Il Pettirosso

Se c’è una creatura del bosco che come poche altre stimola da sempre la fantasia e la curiosità dell’uomo, per la sua bellezza, la sua tenacia mista ad apparente fragilità, questi è sicuramente il Pettirosso. Associato da tempi ben più remoti dei nostri a miti e leggende di ogni epoca e civiltà, trova nel continente europeo e nelle popolazioni che lo hanno vissuto e costruito, un bacino ideale per la creazione di storie, incredibili e magiche, attorno alla sua figura.

Simbolo stesso dell’inverno e dell’arrivo della stagione più fredda e dura dell’anno, questo piccolo volatile dall’aspetto romantico ed estremamente esile, è caratterizzato al contrario da una resistenza ed una tenacia ben al di sopra delle sue apparenti possibilità biologiche.

Migratore di zona, ma in alcuni casi anche migratore vero e proprio, capace di spostarsi dal nord Europa sino alle coste più a sud del Mediterraneo, con l’arrivo dell’inverno si sposta dai boschi in montagna verso le città, ed ecco quindi che con i primi veri freddi ed intemperie della stagione invernale, fa la sua comparsa nei giardini delle nostre città e sui balconi delle nostre case, in cerca di cibo e di riparo.

Solitario e spavaldo, è estremamente territoriale e protettivo della propria zona abitativa ed è pronto a lottare con forza con gli altri esemplari per difenderla, anche a fronte di lotte spietate e cruente.

Miti e Leggende

Proprio per questo suo carattere indomito e solitario, e per l’inevitabile connessione con la stagione invernale, con le bufere e le tempeste, il vento ed i fulmini, nella mitologia Norrena si considerava non semplicemente un animale simbolo del dio Thor, ma un vero e proprio protetto della divinità, che rivedeva specchiate su questo minuscolo uccellino le proprie caratteristiche simboliche e le proprie virtù. Per questo era venerato e rispettato da tutti, oltre che protetto, tanto che chiunque avesse osato ucciderne un esemplare, sarebbe incorso nell’ira del dio in persona.

Nelle antiche ballate dei Celti era il simbolo stesso del nuovo anno ed insieme al Re Agrifoglio lottava e si sostituiva al vecchio anno, rappresentato a sua vola dallo Scricciolo e dal Re Quercia, simboli dell’estate.

Da questo dualismo e simbologia, si sono poi sovrapposte in tutta la penisola britannica nel corso del tempo, storie e leggende sovrapposte che hanno portato il Pettirosso ad essere un simbolo stesso del Regno Unito. 

Dall’antica e molto simbolica filastrocca popolare “Who Killed Cock Robin?” (“Chi ha ucciso il Pettirosso), alle famosissime cartoline di auguri natalizie di epoca vittoriana, ancora oggi copiate e diffuse in tutto il mondo e ben rappresentative del periodo delle festività.

Senza dimenticare che proprio la distribuzione di queste cartoline natalizie, sempre in epoca vittoriana, diede origine all’appellativo dato ai postini del Regno Unito, chiamati appunto in gergo popolare ‘Robin’.

Associato al momento di passaggio tra la vita e la morte, in passato veniva spesso avvistato nei cimiteri e non di rado, sfrontato come sempre, si avvicinava ai becchini che, smuovendo la terra per le sepolture, portavano alla luce vermi ed insetti dei quali si nutre. 

Nella cultura popolare si diffuse quindi la convinzione che il Pettirosso fosse un vero traghettatore verso l’aldilà. Poggiandosi vicino alle sepolture, attendeva l’anima dei defunti per accompagnarle a destinazione.

Religione

Ed è proprio in ambito cristiano che troviamo alcune delle storie più belle legate a questo simpatico e coraggioso animaletto.

La tradizione più antica vuole che una mamma di Pettirosso, uscita dal nido per cercare cibo ai suoi cinque figli, sorvolando un monte osservò la sofferenza di un uomo crocefisso e per lenirne il dolore scese su di lui e cercò con tue le sue forze  di togliere  la corona di spine dalla sua testa. 

Quell’uomo era Gesù Cristo e Dio suo Padre, per riconoscenza verso questo atto di pietà di mamma Pettirosso, segnò per sempre il suo petto con una goccia del sangue del figlio costretto al patibolo.

Il Pettirosso e il Natale

Ma forse le leggende più belle in ambito cristiano sono quelle legate alla nascita di Gesù: troviamo così il nostro piccolo e coraggioso eroe a Betlemme, nel luogo di nascita del figlio di Dio durante la prima notte e qui, mentre tutti dormivano, si accorse che il fuoco si stava spegnendo.

Con la sua forza e tenacia decise allora di tenerlo ben vivo e acceso, e per mantenere al caldo il piccolo Gesù Bambino, trascorse tutta la notte a rintuzzare la legna col becco e a svolazzargli davanti battendo forte le ali, alimentandolo.

Una versione della leggenda vuole che stando così vicino alle fiamme si bruciò il petto, assumendo quindi la colorazione rosso fuoco, un’altra invece narra che Dio, commosso per il gesto del Pettirosso, donò lui questo colore acceso simbolo del suo coraggio, per ricordarne a tutti il valore.

Di fatto, quale che sia la versione o la leggenda associata a questo piccolo, tenace, e sfrontato uccellino, rimane e rimarrà sempre un piccolo compagno silenzioso delle nostre vite, che a volte appare e ci ricorda quanto la forza di volontà e il coraggio possano superare le difficoltà e le incertezze della vita.

E ci ricorda, soprattutto, che il confine tra la Realtà e la Magia, tra la Fede e Dio, corre su un sottilissimo filo color rosso fuoco, di cui lui è un simbolo ed un fiero portatore, dalla notte dei tempi e per lungo tempo ancora…

Il Pettirosso ❤️